L’osservatorio è stato interamente auto costruito dai soci Antares, tre anni di duro lavoro soprattutto ma non solo nei week-end, specie in estate, dove mattone su mattone la struttura  ha preso la forma attuale. Si tratta di una specie di “astronave” con la punta rivolta a sud, verso il meridiano, al cui interno si trova un corpo cilindrico dal diametro esterno di 5 m, sormontato da una cupola girevole con struttura in acciaio e copertura in vetroresina coibentata da uno strato significativo di poliuretano espanso. Una zona seminterrata, adibita a laboratorio e dei servizi igienici,  completano l’osservatorio. La parte triangolare, che genera la “punta” dell’astronave, ospita la sala Panoramica, che è stata ricoperta interamente da cristalli, in modo da fornire un tetto di stelle, come se ci si trovasse in un planetario naturale. La sala è in grado di ospitare una ventina di persone (anche qualcosa di più stringendosi) ed all’nterno proiettiamo immagini del cielo e presentiamo conferenze, sia per preparare il pubblico all’osservazione che per fornire uno “spettacolo alternativo” in caso di cielo nuvoloso o maltempo.

L’associazione è anche dotata di potenti puntatori laser e uno dei momenti più appassionanti per i visitatori è sicuramente la spiegazione del cielo, sia per imparare a riconoscere le singole costellazioni, sia per ascoltare le infinite storie che ciascuna stella ha da raccontare all’osservatore attento.
L’associazione ha anche dei telescopi portatili (da 20 a 33 cm di diametro) e alcuni binocoli tra cui spiccano un 40×100 e un 20×100 (ingrandimento x apertura in mm)  in grado di mostrare il cielo a basso ed elevato  ingrandimento, e riuscire quindi a soddisfare la curiosità dei visitatori anche quando l’afflusso degli stessi diventa davvero impegnativo per il solo strumento principale.
Il telescopio principale, un riflettore di marca Marcon,  è in realtà un doppio strumento: lo specchio parabolico principale, dal ragguardevole diametro di 500 mm, può essere utilizzato in configurazione Newton, o Cassegrain. Cosa cambia? Con lo schema ottico ideato da Sir Isaac Newton, che prevede l’osservazione presso la punta del telescopio,  la focale è di 2450 mm, con rapporto d’apertura f:5, ideale per osservare nebulose, galassie ed amassi di stelle. Con questo schema si raggiungono ingrandimenti che vanno dalle  80 alle  300 volte.

La configurazione Cassegrain, che rimanda la luce al fondo del telescopio,  prevede invece una lunga focale, circa 10.000 mm, un rapporto d’apertura f.20,  e si dimostra ideale per la ripresa planetaria e le osservazioni a forte ingrandimento, potendolo appunto variare da valori di 200 fino ad oltre 1000 volte. E’ quindi cura dello staff Antares scegliere la giusta configurazione in base agli oggetti visibili e lo stato di turbolenza del cielo. Oltre allo strumento principale,  il telescopio Marcon è corredato da un rifrattore guida, con doppietto acromatico e diametro della lente di 152 mm, che fornisce anch’esso precise e ben definite immagini del cielo, specie con le osservazioni di luna e pianeti.

In aggiunta abbiamo un rifrattore fotografico, con tripletto apocromatico e focale 400 mm f4 e un telescopio solare Lunt, veramente fantastico per le osservazioni del Sole in Ha.

L’insieme di riflettore principale e rifrattori accessori  viene poi mosso da una meccanica di precisione, dotata di sistema automatico di puntamento, che riesce a spostare con dolcezza e precisione i circa 1000 kg di peso dello strumentazione, e a puntare automaticamente ogni oggetto del cielo, digitando semplicemente il nome dello stesso.
Il momento del puntamento, quando il “bestione” si muove da solo al buio e va ad inquadrare  esattamente il francobollo di cielo che ospita un tesoro celeste, è denso di emozione e rappresenta un mirabile riassunto di storia della scienza, che condensa in quei pochi istanti il progresso di 400 anni di astronomia moderna.

Oggi poi la strumentazione è completata da una “macchina fotografica astronomica”, e cioè una camera CCD professionale, con sensore raffreddato a -20 °C  in grado di effettuare fotografie straordinarie degli oggetti celesti.