la costellazione dell’Aquila, raffigurata nel 1825 nella sua versione obsoleta di costellazione di Antinoo

Un po’ di storia

La costellazione dell’Aquila si collega a miti di pressoché tutte le civiltà antiche: già Sumeri e Babilonesi avevano dato alla stella più brillante della costellazione il nome di “stella aquila”, e per i Sumeri la costellazione si ricollegava ad un mito noto come “mito di Etana”, giunto sino a noi in due differenti versioni. Etana era il tredicesimo re della città di Kish, un sovrano benvoluto da tutto il popolo che però iniziò a trascurare l’amministrazione del regno, cosicché i raccolti ne ebbero a risentire: per questa ragione gli dèi lo punirono rendendo sterile la regina. Etana, disperatissimo e desideroso di un erede, pregò a lungo gli dèi ed offrì loro svariati sacrifici, finché il dio del Sole Shamash ascoltò la supplica di Etana e gli diede una possibilità di rimuovere la maledizione che aveva colpito sua moglie: doveva partire per liberare un’aquila che era tenuta prigioniera da un serpente in un pozzo molto profondo, e se fosse riuscito nell’intento l’aquila lo avrebbe portato in cielo presso la dimora degli dèi a raccogliere la pianta della fertilità e del parto. Secondo questa versione del mito, dopo aver liberato l’aquila ed essere partiti per il viaggio verso il cielo, ad un certo punto Etana, stremato, lasciò la presa e cadde in mare insieme all’aquila, ove morirono entrambi; secondo una seconda versione del mito l’aquila riuscì a condurre Etana presso la dea Isanna-Ishtar, la quale ascoltò la supplica del re e gli concesse la pianta della fertilità, che mangiata da entrambi liberò la moglie del re dall’infertilità consentendo ad Etanna di avere il tanto desiderato erede, Balikhu. Per questo motivo l’aquila fu posta in cielo, ma la sua storia fu in seguito dimenticata!

Greci e Romani infatti “ereditarono” la costellazione senza conoscere il mito che l’aveva generata: secondo i Greci si trattava dell’Aquila sacra che portava indietro a Zeus i fulmini che lo stesso scagliava contro i suoi nemici, ma si ricollega anche ad una storia d’amore del Padre degli dèi: un giorno infatti Zeus vide nelle campagne di Troia un bellissimo giovane pastore (secondo altre versioni si trattava in realtà del figlio di Troo, primo re di Troia) di nome Ganimede, e si infatuò di lui: per questo motivo Zeus si trasformò in un’aquila e rapì il giovane Ganimede, conducendolo in volo sull’Olimpo e rendendo Ganimede, oltre che suo amante, il coppiere degli dèi. Ecco allora che la costellazione dell’Aquila si trova in cielo proprio sopra alla costellazione dell’Acquario (secondo alcune tradizioni, il giovane che versa l’acqua della costellazione dell’Acquario è proprio Ganimede), pronta a planare su Ganimede.

Per i romani invece a partire dal II secolo d.C. si inizia a raffigurare la costellazione dell’Aquila come costellazione di Antinoo, a causa della divinizzazione imposta dall’imperatore Adriano di Antinoo, suo amante prediletto, che fu posto tra gli artigli dell’aquila e dunque ricompreso a metà strada tra le stelle della costellazione dell’Aquila, che erano associate a Marte e a Giove e che diffondono energia, e quelle del Capricorno, le quali invece si associerebbero a Venere e dunque all’amore: inoltre insieme ai suoi astrologi di corte proprio in quel punto avrebbe visto apparire una supernova, che interpretò come un segno divino che quello era il posto giusto ove collocare l’amore della sua vita.

Gli arabi in questa costellazione rappresentava Elnars-el-tair, “l’aquila volante”, mentre denso di poesia è il mito cinese, ricondotto a questa costellazione: per essi infatti le costellazioni dell’Aquila e della Lira erano infatti due giovanti amanti separati dal fiume costituito dalla Via Lattea (che effettivamente si trova a attraversare la costellazione del Cigno, che separa l’Aquila dalla Lira): i due giovani innamorati possono incontrarsi soltanto un giorno ogni anno, quando le gazze formano un ponte sul fiume celeste consentendo loro di farsi l’incontro.

La costellazione

(mappa della costellazione dell’Aquila)

La costellazione dell’Aquila è una costellazione molto semplice da individuare nei cieli estivi grazie alla presenza di Altair, brillante stella facente parte del famosissimo asterisma del “Triangolo Estivo”. Si tratta di una costellazione visibile in ambo gli emisferi del globo, ed è in parte attraversata dalla Via Lattea.

Stelle principali della costellazione sono:

1)Altair (dall’arabo al-nasr al-ṭāʾir, “l’aquila volante“), o Alfa Aquilae, è la stella più brillante della costellazione, con la sua mag.app. di +0,77. Si tratta di una stella bianca di sequenza principale relativamente vicina al nostro Sole, dal quale dista solamente 16 anni luce. Per questa ragione, si tratta della dodicesima stella più brillante del cielo notturno. Insieme alle stelle Deneb (della costellazione del Cigno) e Vega (della costellazione della Lira), Altair costituisce il famoso asterisma del Triangolo Estivo, utile per orientarsi sotto i cieli dell’estate. Si tratta di una stella grande il doppio del nostro Sole, con una massa maggiore per tre quarti, che ha una temperatura superficiale che non supera i 7000 °K. Caratteristica peculiare di questa stella, è la velocità di rotazione che compie intorno al proprio asse: compie un giro completo in sole 8,64 ore, contro i circa 25 giorni impiegati dal Sole per compiere il medesimo movimento. Secondo le osservazioni operate nel 1999 dal telescopio spaziale WIRE, si tratta di una varabile Delta Scuti, una stella cioè che muta la sua luminosità a causa di pulsazioni della sua superficie. Si ritiene che Altair potrebbe stare giungendo al termine del suo ciclo vitale, trasformandosi in una stella gigante nel giro di alcuni milioni di anni;

2)Tarazed (dal persiano šÄhin tarāzu, “il giogo della bilancia“), o Reda/Gamma Aquilae, è la seconda stella più brillante nella costellazione dell’Aquila con la sua mag.app. +2,72. Si tratta di una stella gigante (con un raggio 110 volte superiore a quello del nostro Sole) dalla temperatura superficiale di 4140 °K, distante dal Sole 394 anni luce. Nonostante i suoi “appena” 100 milioni di anni, questa stella è al termine del suo ciclo vitale, in quanto nel suo nucleo l’elio sta consumandosi producendo carbonio;

3)Deneb el-Okab (dall’arabo ðanab al-cuqāb, “la coda dell’aquila/del falco“), o Deneb al-Okab/Zeta Aquilae, è la terza stella più brillante della costellazione dell’Aquila con la sua mag.app. di +2,99. Si tratta di un sistema stellare triplo distante 83 anni luce: la stella principale è una stella bianca di sequenza principale che ha un raggio ed una massa oltre il doppio maggiori rispetto a quelle del Sole, con temperature superficiali che raggiungono quasi i 9700 °K, e che ruotà su se stessa molto velocemente, in appena 16 ore; le due compagne che le orbitano intorno sono invece due nane rosse di dodicesima magnitudine, di cui la più vicina impiega 800 anni per compiere un’orbita (dista dalla stella principale circa 125 unità astronomiche), mentre la seconda dista dalla stella principale oltre 6.000 unità astronomiche ed impiegherebbe oltre 250.000 anni a compiere un’orbita completa, e si sospetta che in realtà non faccia realmente parte del sistema;

4)Tseen Foo (dal cinese tiānfú, “la zattera celeste“), o Theta Aquilae, con la sua mag.app. +3,4 è la quarta stella più luminosa della costellazione. Si tratta di una stella binaria spettroscopica distante 287 anni luce dal Sole, la cui stella principale è una gigante blu-bianca grande oltre 5 volte il nostro Sole, la comapgnia è una stella di sequenza principale grande oltre 2 volte e mezzo il nostro Sole. Entrambe le stelle hanno una temperatura superficiale media di 13.800 °K;

5)Denebokab (dall’arabo ðanab al-cuqāb, “la coda dell’aquila/del falco“), o Deneb Okab/Delta Aquilae, è un sistema stellare triplo situato a 50,1 anni luce di distanza dal Sole, con una mag.app. di +3,36. La stella principale del sistema è una stella subgigante con raggio e massa pari a 1,5 volte quelli del nostro Sole, dotata di una temperatura superficiale molto più alta, che tocca i 7.600 °K, che è anche una variabile Delta Scuti. La compagna di questa stella è una nana arancione di raggio e messa pari a poco più di metà di quelle del nostro Sole, la quale potrebbe essere a sua volta un sistema stellare doppio;

6)Alshain (dall’arabo aš-šÄhÄ«n, “falco pellegrino“), o Beta Aquilae, è con la sua mag.app. +3,7 la sesta stella più luminosa della costellazione, distante dal Sole 44,7 anni luce.Si tratta di una stella doppia: la componente principale è una subgigante gialle grande oltre 3 volte il nostro Sole, con una massa di un quinto superiore, una temperatura di 5.100 °K ed una luminosità 9 volte maggiore rispetto al Sole; curiosamente, occupa la centesima posizione nella lista delle stelle più vicine al nostro Sole. La compagna è invece una nana rossa di massa pari ad un terzo di quela del nostro Sole, che dista dalla principale circa 175 anni luce. Si tratta di una stella poco luminosa, il nostro Sole la supera di ben 40 volte;

7)Bezek (dall’ebraico, “luminoso“), o Bazak/Eta Aquilae, è una supergigante gialla distante ben 1200 anni luce dal Sole ma, avendo una luminosità 11.400 volte superiore rispetto a quella della nostra Stella, ha una mag.app. di +3,87 che la rende visibile anche dai cieli dei piccoli centri urbani. Si tratta di una variabile cefeide la cui magnitudine apparente oscilla tra il +3,5 ed il +4,4 in poco più di una settimana, una variazione che può essere senza problemi riconosciuta anche ad occhio nudo. Questa stella ha un diametro 55 volte maggiore di quello del nostro Sole, ed una massa quasi 10 volte superiore;

8)15 Aquilae è un sistema doppio situato a 325 anni luce dal Sole, di mag.app. +5,41, quasi al limite della visibilità ad occhio nudo. La componente principale è una ï»¿ gigante arancione il cui diametro è oltre 14 volte quello del Sole, ed una massa di un mezzo superiore, che si sta avvicinando al sistama solare; la seconda componente è un’ipergigante arancione di mag.app. +7,2.

Stelle doppie

1)57 Aquilae, è la stella più facilmente risolvibile, anche con un piccolo binoscolo, nelle sue due componenti, due stelle di colore biancastro rispettivamente di quinta e sesta magnitudine;

2)15 Aquilae, un sistema doppio ove la stella più luminosa appare di colore giallo con mag.app. +5,41, mentre la seconda stella della coppia ha un colore tendente all’arancione e una mag.app. di +7,2, ed è risolvibile anche con piccoli binocoli;

3)5 Aquilae, una doppia la cui stella principale ha una mag.app. di +5,9, mentre la seconda stella ha una mag.app. di +7,5;

4)HD174569, una gigante arancione di mag.app. +6,9, che richiede un binocolo per poter essere scorta: la sua compagna è una stella arancione di mag.app.+8;

5)Alshain/Beta Aquilae: vedi sopra.

 

Stelle Variabili

1)R Aquilae: si tratta di una Mireide dal periodo di 284,2 giorni che, ai momenti di massima luminosità, raggiunge la visibilità ad occhio nudo con la sua mag.app. di +5,5; ma durante il suo ciclo riesce ad arrivare fino a +12!

2)U Aquilae: è la Cefeide più interessante di questa costellazione, che in appena 7 giorni modifica la sua magnitudine da +6,1 a +6,86, con una variazione di luminosità facilmente apprezzabile al binocolo;

3)V Aquilae: è una variabile semiregolare che con un periodo di quasi un anno (353 giorni), muta la sua mag.app. da +6,6 a +8,4;

4)W Aquilae: è una Mireide che varia la sua mag.app. da +7,8 a +14,2 in 490,16 giorni. Per osservarla quando è al minimo della sua luminosità, si rendono pertanto necessari telescopi medio-grandi;

5)TT Aquilae: è una Cefeide che in poco meno di due settimane passa da una mag.app. di +6,46 a +7,7;

6)FF Aquilae: è un’altra Cefeide, che in un periodo di 4,5 giorni oscilla tra la mag.app.+5,2 e +5,7, restando apprezzabile ad occhio nudo a patto di avere un cielo buio;

7)V822 Aquilae: è una variabile a eclisse che in poco più di 5 giorni passa da una mag.app. di +6,87 ad una di +7,44;

8)Eta Aquilae: è una Cefeide dal periodo di circa una settimana, con variazioni della mag.app. da +3,48 a +4,39, restando sempre visibile anche ad occhio nudo;

9)Omicron Aquilae: è una variabile a eclisse che in poco meno di due giorni passa da una mag.app di +5,14 ad una di +5,3.

 

Sistemi planetari

1)HD179079: è una subgigante gialla di mag.app. +7,96 attorno alla quale è stato scoperto un pianeta;

2)VB10: è una nana rossa distante dal Sole circa 20 anni luce, intorno cui si è scoperto orbitare un pianeta gigante gassoso di massa pari a 6 volte quella del pianeta Giove, nonostante abbia circa il medesimo diametro. Questo determinerebbe una situazione davvero peculiare in questo sistema stellare, nel quale circa il 10% della massa complessiva apparterrebbe proprio al pianeta, le cui dimensioni sarebbero paragonabili a quelle della stella intorno a cui orbita;

3)HD183263: una nana gialla della sequenza principale distante 172 anni luce da noi che ospita due pianeti giganti gassosi; 

4)Xi Aquilae, una gigante gialla situata a 173 anni luce dal Sistema Solare, ospita un pianeta gigante gassoso dalla massa circa doppia rispetto a quella di Giove e che compie un orbita intorno alla stella madre ogni 136,75 giorni, a una distanza media di 0,58 unità astronomiche. SI è ritenuto che ci potrebbero essere stati altri esopianeti, fagocitati dall’espansione della stella verso lo stadio di gigante;

5)HD192263: è una nana arancione distante da noi 65 anni luce, intorno alla quale orbita, ad una distanza media di 0,15 unità astronomiche, un gigante gassoso che ha 2/3 circa della massa del pianeta Giove e che compie un’orbita ogni poco più di 24 giorni;

6)HD192699: è una subgigante gialla intorno alla quale è stato scoperto orbitare un esopianeta.

Oggetti del profondo cielo

Prima di iniziare la trattazione, va precisato che in questa costellazione non risiedono oggetti del profondo cielo particolarmente eclatante, al punto che Charles Messier non trovo niente da inserire nella sua lista! Per riuscire ad apprezzare i seguenti oggetti, sarà necessario dotarsi di un telescopio medio.grande:

1)NGC6709, ammasso aperto di mag.app. +6,7;

2)NGC6755, ammasso aperto di mag.app. +7,5

3)NGC6760, ammasso globulare di mag.app. +9;

4)NGC6781, nebulosa planetaria di mag.app. +11,4;

5)NGC6814, galassia a spirale di mag.app. +12,06

Curiosità

Nella costellazione dell’Aquila si sono verificate due stelle Novae: la prima risale al 389 a.C., quando fu descritta l’apparizione di una stella brillante pressappoco quanto Venere; la seconda nel 1918, con l’apparizione di una stella brillante circa quanto Altair.