M7 è un brillante ammasso aperto ben visibile nella costellazione dello Scorpione, visibile in quasi tutto il mondo, ad esclusione delle parti più settentrionali del Globo. Alle nostre latitudini, il momento migliore per osservarlo è nei mesi estivi. Con una magnitudine apparente di +3,3, M7 può anche essere scorto ad occhio nudo. Si tratta di uno dei più grandi ammassi aperti della nostra galassia.
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Un po’ di storia…

M7 era già conosciuto in tempi antichi: certamente fu osservato nel 130 d.C. da Tolomeo, che lo descrisse come un ammasso nebuloso successivo alla coda dello Scorpione. Per questa ragione, M7 è anche noto come Ammasso di Tolomeo. Successivamente è stato osservato intorno a metà ‘600 dall’astronomo italiano Giovan Battista Hodierna, e da quello francese Nicolas Louis Lacaille. Charles Messier lo inserì nel suo catalogo nel 1764, descrivendolo così: “Un ammasso considerevolmente più grande del precedente (M6). Ad occhio nudo si presenta come una nebulosità; è situato a breve distanza dal precedente, tra l’arco del Sagittario e la coda dello Scorpione. Diametro 30′.”. Fu osservato anche da John Hershel ed Edmund Halley.
Oggi sappiamo determinare, con una certa approssimazione, il diametro di questo ammasso aperto in 25 anni luce. La distanza di questo ammasso dalla Terra è stimata in 980 anni luce. Come tutti gli ammassi aperti, si tratta di un cluster non molto numeroso (un centinaio di elementi) di stelle  di colore prevalentemente blu, relativamente giovani: l’età stimata è di 200.000.000 anni. Curiosamente, la stella più lumnosa dell’ammasso è una stella gigante gialla, più vecchia, di magnitudine apparente +5,6, dunque visibile ad occhio nudo sotto i cieli più bui. All’interno dell’ammasso sono anche presenti tre giganti rosse.
Osservazione
 
Osservare M7 è relativamente semplice: nei cieli sufficientemente bui è visibile già ad occhio nudo, come un alone alla sinistra dell’aculeo dello Scorpione. Con un binocolo 10X50 si notano decine di astri perfettamente risolti, dall’ottava alla decima magnitudine. Con un telescopio e pochi ingrandimenti è possibile risolvere completamente l’ammasso, immergendosi in un vero e proprio mare stellato.